Luca Ghiotto, il pilota sotto contratto con la Nissan che contribuisce alla messa a punto della monoposto non solo al simulatore, ma anche al volante su strada della E-4Orce 04

L'analisi del tracciato dell'Eur di Ghiotto (Nissan): «A Roma si torna alla normalità. Sorpassi in curva 4 e rischiando nella 7»

di Mattia Eccheli
  • condividi l'articolo

ROMA – «Sarà un ritorno alla normalità», parola di Luca Ghiotto, il pilota sotto contratto con la Nissan che contribuisce alla messa a punto della monoposto non solo al simulatore, ma anche al volante su strada della E-4Orce 04. Anche a Roma, come a Berlino, il veneto è stato mandato in pista nel test riservato ai debuttanti, che ha chiuso con il terzo tempo assoluto. «Qui si cercherà di stare davanti – precisa - perché a parte in un rettilineo la scia non serve. Credo nessuno vorrà stare dietro perché si rischia di venire danneggiati dal calore dell'auto che sta davanti».

Secondo Ghiotto «la gestione delle gomme sarà difficilissima»: «Con un treno ci si può fare un intero fine settimana – chiarisce – non si consuma, ma soffre molte le temperature e le prestazioni non sono più le stesse. In gara i piloti cercheranno di mantenere bassa quella degli pneumatici posteriori». Anche il collaudatore della Nissan concorda sulle difficoltà del circuito cittadino dell'Eur: «È molto bello e non lo dico perché sono italiano – sorride – ma devi riuscire a prendere la giusta confidenza. La qualifica qui conterà moltissimo perché i punti in cui si può sorpassare sono pochi. Direi in curva 4 e, rischiando un po', anche nella 7, che è un po' strana, sia per via della frenata sia per via della salita. Personalmente la terrei in considerazione, ma senza rischiare troppo».

Come gli altri rookie, Ghiotto è sceso in pista prima dei piloti ufficiali: «È stato divertente e stressante allo stesso tempo perché il tempo a disposizione era poco e perché tra le nostre prove e le libere c'erano appena un paio d'ore. Significa che la cosa fondamentale era riportare la macchina di Norman (Nato, ndr) tutta intera. Anche per questo non ho spinto al cento per cento, ma sono comunque soddisfatto per il P3», osserva. «Se si vuole mantenere questo formato - suggerisce - forse sarebbe meglio anticipare i test per lasciare almeno quattro cinque ore di tempo ai meccanici, che devono comunque lavorare sulla monoposto anche solo per cambiare la posizione di guida. E magari prevderli anche un po' più lunghi».

Per Ghiotto il primo e il secondo settore sono i più complessi, mentre il terzo è più “semplice”: «In partenza ci sono curve alle quali si arriva a velocità elevate, mentre alla fine sono più lente e quindi il rischio è più contenuto. Diciamo che la seconda metà del tracciato ricorda molto quelli cittadini americani. In ogni caso sorpassare è difficile perché le strade sono strette e con molti dossi – conclude – In alcuni punti l'asfalto è anche migliore dello scorso anno, ma in altri il fondo è sconnesso: la macchina è sotto pressione ed è facilissimo sbagliare. Completare il cosiddetto “giro pulito” a Roma è più difficile che in altre piste. La curva 15, quella che gira attorno all'Obelisco, è la più caratteristica: è molto lunga e particolare con una frenata complicatissima. Senza contare che per attivare l'attack mode è necessario allargare di molto la traiettoria: non solo si possono perdere molte posizioni, ma si passa anche molto vicini al muro esterno».

  • condividi l'articolo
Venerdì 14 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 17-07-2023 11:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA