Un frame dell'incidente del Roma EPrix

FE, lo spaventoso incidente di Roma e la sicurezza delle monoposto elettriche. E i 9 punti di penalità di Bird (Jaguar)

di Mattia Eccheli
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ROMA – Sam Bird ha 36 anni e in ciascuna delle prime sette stagioni della Formula E ha sempre vinto almeno un ePrix: 11 finora. Sam Bird è uno dei senatori del circuito elettrico con le sue 109 gare disputate e il terzo posto assoluto nella quarta stagione quale miglior risultato. La sua parabola discendente è cominciata verso la fine del settimo campionato con tre ritiri nelle ultime 4 gare. Lo scorso anno aveva esordito con un quarto posto, rimasto poi il piazzamento più prestigioso del 2022. Il 2023 sembrava essere l'anno della rinascita: con la Gen3 ha conquistato il terzo posto a Diriyah e a San Paolo, chiudendo secondo nel primo dei due ePrix di Berlino.

A Roma, dopo una eccellente qualifica, Bird ha però innescato quello che è finora stato probabilmente il peggior incidente della storia della Formula E. Ha perso il controllo della sua Jaguar I-Type 6 in un punto dove le monoposto raggiungono velocità elevate (quasi nello stesso punto Jake Hughes della Neom McLaren aveva distrutto la sua monoposto in qualifica) ed è stato centrato da diverse monoposto (almeno 8 le vetture coinvolte, 6 delle quali non hanno nemmeno potuto tornare ai box) e sfiorato da altre. Da un lato è quasi un miracolo che nessuno si sia fatto male e dall'altro rivela anche che Federazione Internazionale dell'Automobile (Fia) e i fornitori del campionato, fra i quali c'è l'italiana Dallara che si occupa dei telai, hanno lavorato bene sul fronte della sicurezza, un aspetto ancora più importante per una rassegna che si corre soprattutto in città.

Per il pilota britannico la stagione in corso è da dimenticare: prima in India e poi in Indonesia ha speronato e costretto al ritiro il proprio compagno di squadra Mitch Evans, che ciò nonostante è in corsa per il titolo mondiale. E anche a Roma, dove partiva secondo e doveva e poteva “coprirgli le spalle”, il suo errore non ha aiutato il pilota neozelandese, che aveva interesse ad avere più macchine possibili tra la sua (prima al traguardo) e quelle dei rivali Jake Dennis (Avalanche Andretti) e Nick Cassidy (Envision). Con la nuova monoposto stanno faticando in diversi, anche se tre podi sembravano dimostrare che Bird aveva trovato un buon rapporto con il bolide elettrico.

Il “problema” è quindi un altro, che a quanto pare anche la scuderia conosce dato che le indiscrezioni sul mercato dei piloti danno Cassidy alla Jaguar nella prossima stagione, verosimilmente al suo posto. Ma non è tutto. Fra i piloti della Formula E Bird è quello con il maggior numero di punti di penalità: ne ha accumulati 9 (la contabilità viene tenuta dal collega tedesco Tobias Wirtz sul sito e-formel.de: gli ultimi due gli sono stati inflitti a Portland) su un massimo di 12 (Daniel Ticktum della Nio 333 è a 8 e Andrè Lotterer della Avalanche Andretti a 6). Non è solo una questione di sfortuna, insomma. Il regolamento prevede il divieto di competere per una gara in caso di raggiungimento del limite. Il primo punto gli verrà tolto solo dopo il secondo ePrix di Londra, cioè a stagione finita: per le restanti tre gare, Bird deve insomma guidare con molta attenzione per evitare ulteriori sanzioni da parte dei commissari.

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Domenica 16 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 09:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA