James Barlclay è il numero uno di Jaguar in Formula E sin da quando nel 2015 la casa di Coventry ha deciso di tornare nelle competizioni. Oggi è team principal del team Jaguar TCS Racing nonché managing director di Jaguar Land Rover Motorsport

James Barclay (Jaguar TCS Racing): «Roma è il luogo ideale per un E-Prix di Formula E».

di Nicola Desiderio
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«Roma è il luogo ideale per un E-Prix di Formula E». Non ha dubbi James Barclay che nella capitale italiana ha visto le sue Jaguar trovare la prima vittoria nella categoria che la casa inglese ha scelto nel 2016 per rientrare nel motorsport. Fu Mitch Evans a portare il 14 aprile 2018 alla casa di Coventry la prima delle sue quattro vittorie su 8 gare disputate all’EUR. Dunque affinità elettive, ma anche un’idea chiara di che cosa sia la Formula E, dei suoi benefici e del suo futuro.

«La Formula E è e continuerà ad essere il vertice del motorport elettrico, ha iniziato proprio per questo nelle città e fa parte del suo DNA» esordisce il team principal del team Jaguar TCS Racing nonché managing director di Jaguar Land Rover Motorsport il quale sottolinea anche come la Formula E sia perfettamente in linea con la strategia di Jaguar che la porte rade essere un marchio di luss full electric a cominciare dal 2025. In tv siamo abituato a vederlo impassibile durante le gare ed esplodere di gioia quando si vince, invece di persona Barclay si mostra affabile e sorridente, ma soprattutto franco e disponibile alle domande, anche quelle meno comode. Ad esempio, ammette che all’inizio della stagione Jaguar e l’altro team che usa il loro powertrain, la Envision, hanno raccolto poco.

«È vero, ma siamo stati comunque competitivi. Queste nuove vetture sono molto complesse. All’inizio abbiamo voluto spingere principalmente sulle prestazioni, ma è grazie a questo approccio che oggi abbiamo raggiunto questo livello di competitività, non solo per noi, ma anche per il team Envision. E penso che questo ci abbia reso più forti e abbia contribuito a rendere questo campionato molto competitivo. A San Paolo abbiamo monopolizzato il podio (primo Evans, secondo Nick Cassidy con la Envision e Sam Bird terzo con l’altra Jaguar ufficiale, ndr). Finora solo l’Audi ci era riuscita una sola volta e a Berlino abbiamo piazzato un 1-2 perentorio con Mitch e Sam. Abbiamo rischiato con tale approccio, ma abbiamo avuto ragione».

Barclay spiega poi il vantaggio di avere un team satellite di grande esperienza come la Envision che è in lotta sia per il titolo Piloti sia per quello Team. «Da quest’anno abbiamo deciso di dare il nostro powertrain ad un'altra squadra che sta andando molto bene. Lo abbiamo fatto perché crediamo che con le nuove vetture Gen3 sia ancora più importante raccogliere dati. Ad esempio, possiamo vedere come funzionano non due ma quattro assetti diversi, senza contare la cosa più importante che è la gestione dell’energia. La sede della Envision inoltre è molto vicina alla nostra e questo ci permette di avere uno scambio continuo. In campionato ci sono due squadre con motore Jaguar sul podio, due piloti stanno facendo altrettanto e tutti e quattro sono nei primi nove. Credo che questi siano fatti più chiari di qualsiasi parola».

Se questo è il presente, il futuro sarà avere auto sempre più veloci, sia attraverso lo sviluppo delle Gen3, sia attraverso il previsto aggiornamento che vedremo non prima del 2025, sia infine con le Gen4 che avranno fino a 600 kW (815 cv) e la trazione integrale. «È chiaro che – continua Barclay – con l’aumento delle prestazioni, dovremo cambiare un po’ il modello. Ci sono piste che oggettivamente saranno difficili da considerare ancora per un calendario di Formula E, ma ve ne sono già altre come Città del Messico che sono nel centro della città e hanno infrastruttura degne di una pista vera. La Formula E è nata nelle città e vorrei che, fino a quando è possibile, mantenessimo questo DNA spingendo le città ad investire maggiormente sulla sicurezza, come accade per esempio a Monaco».

Il numero uno di Jaguar TCS Racing è chiaro: «Vorrei che almeno la metà dei circuiti della Formula fosse ancora in città». Insomma: un campionato elettrico con un calendario… ibrido. «Esattamente! Immagino contesti urbani spettacolari come questo di Roma, dove le monoposto possono offrire gare avvincenti accanto a circuiti tradizionali». Barclay ha infine altre parole di miele per il circuito dell’EUR. «È un tracciato assai vario e sfidante, ma dove è anche facile compiere degli errori. È comunque una gara che esalta tutte le potenzialità della vettura e dove, se hai il giusto assetto, le giuste strategie e piloti forti come i nostri puoi raccogliere grandi risultati e regalare al pubblico un grande spettacolo. Per questo credo che Roma è il luogo ideale per un E-Prix di Formula E».

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Martedì 18 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 09:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA