Uno degli operai dello stabilimento di Aulnay vicino Parigi protesta contro la decisione dell'azienda

PSA taglia 8.000 posti di lavoro,
sarà chiuso lo stabilimento di Aulnay

di Giorgio Ursicino
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ROMA - PSA fa la prima mossa per tentare di arginare il problema della sovraccapacità produttiva di auto in Europa. Il gruppo controllato dalla famiglia Peugeot ha annunciato che taglierà 8.000 posti di lavoro ed, entro il 2014, chiuderà completamente lo storico impianto di Aulnay, nella periferia di Parigi. La decisione potrebbe scatenare un effetto domino poiché sono diversi i costruttori nel nostro continente che non riescono più a gestire l’esubero di offerta rispetto ad una domanda in forte contrazione e a scarse prospettive di ripresa, almeno a breve termine. Mentre è ancora in fase di chiusura lo stabilimento di Termini Imerese, la scorsa settimana Sergio Marchionne ha dichiarato alla presentazione della 500L che, con gli attuali volumi di vendita, anche una delle fabbriche italiane di Fiat è di troppo. Giovedì 12 luglio è stata una giornata incandescente nel settore poiché ha lasciato il suo incarico Karl Friedrich Stracke, il numero uno di Opel dall’inizio dello scorso anno che qualche mese fa aveva assunto la presidenza anche di GM Europa. Le responsabilità dell’ingegnere tedesco vengono prese ad interim da Stephen Girsky, il vice chairman del più grande costruttore del mondo.

General Motors lo scorso febbraio
ha acquisito il 7% proprio di PSA siglando con il Gruppo francese un accordo strategico per condividere gli investimenti e incrementare le sinergie. Nei giorni scorsi è stato annunciato che tutte le attività logistiche (rifornimenti degli stabilimenti e della rete di vendita) di GM in Europa saranno gestite dalla società di Peugeot-Citroen che si occupa di questa attività. All’inizio dell’anno si era improvvisamente dimesso anche il numero uno della divisone auto di PSA e la casa del Leone si era ritirata a sorpresa dall’attività sportiva per contenere i costi nonostante una vettura e una squadra vincenti. I conti non sono migliorati nel primo semestre del 2012 e, con il mercato europeo in forte calo (quasi meno 10%), Peugeot-Citroen che vende oltre il 60% dei propri veicoli nel Vecchio Continente ha registrato perdite di 700 milioni della divisione auto ed eroso la propria liquidità di 200 milioni al mese. Oltre alla totale chiusura di Aulnay (la produzione delle compatte verrà spostata a Poissy) dove lavorano oltre tremila dipendenti, sarà fortemente ridimensionato anche lo stabilimento di Rennes che produce l’alto di gamma dove saranno tagliati 1.400 dei 5.600 posti.

«Nessuno sarà lasciato per strada»
ha rassicurato il presidente di PSA Philippe Varin. Il manager ha escluso aiuti di Stato: «La questione non si pone, possediamo risorse finanziarie importanti: riempire le casse del gruppo non permetterebbe di riempire le fabbriche». A fronte degli ottomila posti soppressi ci saranno 6.500 uscite nette, 3.600 delle quali saranno volontarie. Per quanto il problema fosse noto e la decisione nell’aria, per la Francia è stato un autentico choc poiché il paese non ricordava più la chiusura di una fabbrica di auto dal 1992, quando la Renault decise di fermare lo stabilimento di Billacourt. Il Presidente della Repubblica Francois Hollande ha espresso viva preoccupazione e inviato il premier Ayrault e il ministro del Rilancio Produttivo Montebourg a «fare il possibile per limitare le conseguenze sociali del piano». Il capo del governo ha dichiarato: «Un vero choc per tutti», il Ministro ha aggiunto: «Un piano inaccettabile». Duro il sindacato: «Hanno dichiarato guerra». L’azione ha perso il2,74%, scendendo al minimo storico di 6,94 euro.

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Venerdì 13 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 16:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA