Una fabbrica di auto

Auto, riparte il mercato (+9,2% a ottobre)
Ma le associazioni del settore frenano

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ROMA - Bene il mercato dell'auto italiano, che in ottobre ha segnato un aumento di oltre il 9,2% verso un anno prima a 121.736 unità (+3,2% a settembre). Lo comunica il ministero dei Trasporti. Il gruppo Fca (Fiat Group Automobiles) ha segnato un incremento del 5,6% delle vendite a 33mila unità con una quota pari al 27,1% (28% un anno prima).

Nei 10 mesi il mercato dell'auto italiano ha segnato un progresso del 4,1% a quasi 1,16 milioni e Fca +0,2% a quasi 322mila con una quota al 27,8% (1,1 punti percentuali in meno rispetto a un anno prima). Considerando le case estere, leader per quota di mercato il mese scorso nel nostro Paese il gruppo Volkswagen con una quota intorno al 14% e vendite in rialzo del 16,5%, davanti a Psa Peugeot Citroen con l'8,65% e vendite su del 3,8% e Renault con il 9,5% e vendite in rialzo del 32,4%.

In progresso anche le vendite di Ford (+16,3%), Hyundai (+20,8%), Toyota (+16,3%), Bmw (+12,9%) e Nissan (+30,6%). In calo, invece, le vendite di General Motors (-17,5%) e Daimler (-17,4%). Nel consuntivo il gruppo Volkswagen segna vendite in rialzo dell'8,9% e una quota al 13,86% davanti a Psa con una quota al 9,3% (+4,1% le vendite) e Renault con l'8,7% (+27,4%). In rialzo anche le vendite di Ford (+5,2%), Hyundai (+7,2%), Toyota (+11,8%)Bmw (+3,4%) e Nissan (+2,7%). Giù, invece, le vendite di Daimler (-5,4%) e Gm (-13,96%).

«Il segno positivo del mercato nasconde l'evidenza che le vendite alle famiglie, vera cartina di tornasole dello stato di salute del mercato, restano stagnanti su livelli prossimi a quelli dello scorso anno». Lo sottolinea Massimo Nordio, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case estere. «C'è un problema di mobilità, sempre più onerosa per le famiglie italiane che, pur avendo l'esigenza di cambiare l'auto - osserva Nordio - non trovano il contesto favorevole per farlo. Questo sta determinando il mancato rinnovo del parco circolante che, come ricordato recentemente dall'Aci, colloca il nostro Paese fra i primi in Europa per anzianità delle vetture circolanti, decisamente distanziato rispetto agli altri major markets. Le conseguenze più pesanti e non più trascurabili dell'invecchiamento del nostro parco riguardano soprattutto i costi sociali legati alla sicurezza di tali vetture e al loro impatto in termini ambientali. Per questo motivo - conclude - l'Unrae ha da tempo elaborato una proposta di intervento a favore delle famiglie, già presentata agli organi istituzionali, che verrà divulgata il 19 novembre».

«L'ingresso nel quarto trimestre dell'anno è positivo per il mercato dell'auto e conferma le previsioni di una chiusura d'anno in crescita di qualche punto percentuale, per la prima volta dopo sei anni in contrazione, rispetto al 2013». Lo sottolinea Roberto Vavassori, presidente dell'Anfia, l'associazione delle case nazionali.

«Il rialzo delle immatricolazioni a ottobre - osserva - segue il trend di una leggera ripresa dei consumi, come mostrato già nel consuntivo dei primi 9 mesi 2014, dal recupero di quota delle vendite di vetture a privati. Se nel primo semestre 2014, infatti, le vetture intestate a persone fisiche rappresentavano il 58,7% del totale immatricolato, nei primi 9 mesi 2014 la quota è salita al 60%, grazie al recupero avvenuto nel terzo trimestre: +4,6% rispetto all'analogo trimestre 2013, con un incremento superiore a quello dell'intero mercato (+3,7%). Non dimentichiamo, comunque che il mercato italiano è solo ai primi passi di un lungo cammino di ripresa, tant'è che i volumi immatricolati a ottobre 2014 sono sui livelli di 20 anni fa (117.765 unità a ottobre 19951)».

Per il presidente dell'Anfia, «la strada da percorrere è quella di una progressiva armonizzazione della fiscalità italiana a quella europea per le auto aziendali, sia in termini di quota deducibile che di detraibilità Iva, senza contare la necessità di un importante lavoro di contenimento dei costi di possesso e di utilizzo dei veicoli, a partire dal carico fiscale gravante su automobilisti e imprese».

«Questi incrementi non devono trarre in inganno. Infatti, nonostante questo sia il sesto mese consecutivo con un segno positivo, il 2014 chiuderà a circa 1.350.000 unità. Un numero molto distante dai 2 milioni di pezzi l'anno risultanti dalla media degli ultimi 5 anni. Un numero che, se confermato, ci riporterebbe agli anni '70». È il commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto «Nonostante il segno più, è ancora presto per aprire bottiglie di champagne, soprattutto per i concessionari e per il 1 milione e 200.000 lavoratori che operano nella filiera», aggiunge.

«È possibile il passaggio dalla stagnazione ad una moderata ripresa». Così Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor commenta i dati sulle immatricolazioni in Italia nel mese di ottobre. «Se così fosse - osserva l'Italia si allineerebbe agli altri mercati della zona euro massacrati dall'austerity imposta da Bruxelles e cioè a quelli di Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro che, dopo aver subito una drammatica penalizzazione tra il 2007 e il 2013, nel 2014 stanno crescendo a due cifre».

Secondo Quagliano, «gli 80 euro in busta paga di Matteo Renzi incominciano ad avere qualche effetto concreto anche sugli acquisti di beni durevoli come l'auto». Inoltre, «in un Paese, come l'Italia, in cui l'82,7% degli spostamenti motorizzati avviene in automobile, la sostituzione di una quota ancora modesta, ma già significativa, di auto ormai mature per la rottamazione non può più essere rinviata».

«Il quadro resta comunque ancora molto delicato - conclude Quagliano - perchè i valori assoluti raggiunti dalle immatricolazioni sono ancora lontanissimi da quelli ante-crisi tanto che anche con crescite a due cifre, come quelle che si registrano nei Paesi della fascia meridionale della zona euro, la via per tornare a livelli di mercato fisiologici è ancora lunga. I dati di oggi non sono tali dunque da giustificare un particolare ottimismo, ma contribuiscono in ogni caso ad attenuare il pessimismo. Se poi il Governo desse un segnale di attenzione al settore del'auto la prospettiva di una crescita a due cifre nel 2015 si farebbe più concreta».

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Lunedì 3 Novembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 05-11-2014 23:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA