La Toyota ibrida Plug-in è pronta per la produzione in serie

Toyota estende l'utilizzo delle batterie:
l'auto ibrida e la casa si scambiano energia

di Roberto Argenti
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ROMA - Il futuro dell’auto elettrica è ancora incerto soprattutto se viene valutato attraverso i numeri (intesi come prezzi di acquisto delle vetture, come chilometri di autonomia, come ore per la ricarica), ma sicuramente sta galoppando velocemente verso nuove possibilità e applicazioni, impensabili solo fino a poco tempo fa.

Fra queste meraviglie del futuro si pone senza dubbio il progetto che sta portando avanti la Toyota, la Casa che è stata fra le prime a credere nella mobilità ibrida; ma prima di raccontarvelo, ricordiamo che la Casa giapponese sin dall’agosto ’97 con il minibus Coaster Hybrid EV, poi l’anno dopo con la prima edizione della Prius e dal 2003 con la seconda generazione della stessa vettura, ha sempre spinto molto sulla propulsione ibrida. Dal 2009 è in vendita la terza edizione della ormai matura Prius, grazie anche alla quale dalla fine dello scorso mese di aprile è stato toccato il record di vendite mondiali di vetture full hybrid Toyota (+ Lexus) con la bellezza di 4 milioni di vetture vendute, delle quali il 10% circa in Europa.

Dicevamo che gli scenari futuri sono ancora tutti da individuare, ma non è un caso se uno dei più interessanti provenga proprio dalla Toyota Motor Corporation: si tratta di uno sviluppo di un sistema di fornitura di energia “reciproca” fra veicoli elettrici PHV (plug-in) o EV (elettrici) e abitazioni, denominato V2H (“vehicle to home”). Questo rivoluzionario sistema inizierà le sue prove entro la fine di quest’anno mediante l’utilizzo di alcune Prius Plug-in in circa dieci nuclei abitativi che fanno parte di Toyota City Project, vale a dire il progetto attivo da arile 2010 per la creazione di un modello di vivibilità a basse emissioni di carbonio. La novità assoluta consiste nel fatto che questo sistema potrà garantire elettricità dalle abitazioni ai veicoli e viceversa! Il progetto prevede che l’inverter AC da 100 V installato a bordo della Prius Plug-in converta appunto l’energia della batteria in elettricità “normale”, quella utilizzabile in casa, tutto sotto il controllo di un sistema che consente all’elettricità a basse emissioni di carbonio (c.d. “verde”), prodotta dai generatori locali o dai pannelli solari della casa, o a quella a basso costo utilizzata nelle ore notturne, di venire immagazzinata nella batteria del veicolo e poi essere riutilizzata nell’abitazione nei periodi in cui i consumi raggiungono livelli molto elevati.

Un sistema di gestione energetica domestico (HEMS) controlla automaticamente le operazioni e consente, in caso di emergenza, l’utilizzo delle batterie della macchina per alimentare l’impianto elettrico della casa fino al punto, secondo la Toyota, che una Prius Plug-in con la batteria completamente carica e il serbatoio di benzina pieno può fornire energia elettrica alla casa di una famiglia giapponese (circa 10 kWh) per un utilizzo medio di quattro giorni! Una sperimentazione in tal senso è stata attivata su un certo numero di abitazioni che utilizzeranno le Prius Plug-in, con l’obiettivo primario dell’indipendenza energetica locale, oltre a non trascurare affatto l’utilizzo in situazioni di emergenza come le possibili calamità naturali. Sino ad oggi sono circa quaranta le famiglie che si sono insediate nelle abitazioni sperimentali, con l’obiettivo di trasformare il proprio stile di vita finalizzandolo ad un concreto risparmio energetico, risultato che possa poi contribuire ad indirizzare il futuro di tutti verso un minor impatto ambientale, scopo da sempre perseguito dalla Toyota stessa.

Continuando nel proprio impegno, la casa giapponese da pochi giorni ha presentato sul nostro mercato la versione “Hybrid” del suo cavallo di battaglia Yaris, lanciata con prezzi che vanno da 17.500 (come la diesel) a 19.400 euro ed è la prima vettura del segmento B in vendita con tre differenti motorizzazioni: benzina, diesel ed ibrida: in prevendita da fine giugno e ufficialmente a settembre.

Ritoccato il design, con una nuova grande presa d’aria trapezoidale sul frontale che, assieme ad altre sapienti modifiche nell’aerodinamica, migliora il CX fino a 0,286 e fari con luci a led, la Yaris Hybrid eccelle ovviamente nel contenimento delle emissioni di C02 (pari a 79 g/km) e dei consumi, dichiarati pari a 32,3 km/litro nel ciclo urbano e 28,6 km/litro in quello combinato. L’Italia rappresenta il primo mercato europeo per questa Toyota compatta, tanto che dal suo primo lancio è stata venduta da noi in oltre 700.000 unità e la casa madre conta di vendere in Europa nel 2013 circa 40 mila Yaris Hybrid, vale a dire quasi una ogni cinque.

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Giovedì 14 Giugno 2012 - Ultimo aggiornamento: 21-06-2012 18:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA