Ferrari Daytona spyder

Ferrari Daytona, l'antenata della Roma Spider che affascino gli americani

di Sergio Troise
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In occasione del lancio della Roma Spider in casa Ferrari si è parlato con orgoglio di “un’auto che reinterpreta in chiave moderna lo stile italiano del secolo scorso, caratterizzato da raffinatezza e piacere di vivere”. Un riferimento generico, ma riconducibile agli anni 60/70, quando a Maranello vennero realizzati modelli come la 330 GTS del 1969 e, soprattutto, la 365 GTB4, prodotta in versione scoperta dal 1971. Come la versione chiusa da cui derivava, quella magnifica scoperta venne ribattezzata a furor di popolo “Daytona” (e tuttora è così conosciuta), anche se il nome ufficiale, registrato dalla Casa, è 365 GTB4 (così decise Enzo Ferrari, indispettito dalla fuga di notizie sul nome che avrebbe voluto attribuire all’auto per celebrare la vittoria nella 24 Ore di Daytona).

Certo, l’auto degli anni 70 aveva sotto al cofano, come la precedente splendida 330 GTS del 1969, un motore 12 cilindri, mentre la neonata Roma Spider è motorizzata con un V8, ma lo schema “motore anteriore/trazione posteriore” quello è, e il fascino emanato dalla nuova creatura firmata da Flavio Manzoni è degno della progenitrice disegnata da Leonardo Fioravanti per Pininfarina. Non per niente in casa Ferrari parlano con chiarezza di “un’auto che reinterpreta in chiave moderna lo stile italiano degli anni 50/60, caratterizzato da raffinatezza e piacere di vivere”.

Come avvenne per la Daytona, anche la versione Spider della Roma (arrivata tre anni dopo la chiusa) nasce sul medesimo pianale della prima, guadagnando però dosi massicce di fascino e di appeal pari a quelle della storica progenitrice. Ciò grazie soprattutto alla scelta di rinunciare a un moderno tetto rigido retrattile (come sulle sorelle con motore posteriore/centrale) e di puntare, proprio come avvenne per l’antenata, su una copertura in tessuto.

La versione scoperta della macchina del secolo scorso nacque su richiesta dell’importatore per gli USA Luigi Chinetti, e per questo tra il 1971 e il 1973 ne vennero esportate oltreoceano 96 delle 122 unità prodotte. Soltanto 25 vennero realizzate con specifiche europee e, di queste, 7 avevano la guida a destra (per il mercato inglese). Oggi l’antenata della Roma Spyder è un gioiello da collezione rarissimo, che secondo gli esperti di auto storiche può superare, in una vendita all’asta, la quotazione di 2,3 milioni di euro: oltre il doppio del modello chiuso.

Per “rimediare” alla mancanza di esemplari originali si è diffusa, soprattutto negli USA, la moda delle repliche, spesso realizzate su base Chevrolet Corvette, e non solo. Una di queste venne utilizzata inizialmente per la serie di telefilm degli anni 80 Miami Vice, ma dopo una diffida della Ferrari i produttori della serie Tv americana ripiegarono su una Testarossa bianca. Non apprezzate dagli integralisti del collezionismo di auto storiche, ma capaci di guadagnarsi una discreta reputazione sono state invece le Daytona scoperte derivate da esemplari originali chiusi, realizzate dalla carrozzeria Pavesi di Milano. Oggi il loro valore si aggira attorno ai 600/700.000 euro. Chissà, tra una cinquantina d’anni, quanto potrà valere una Roma Spyder del 2023, autentica o replicata che sia…

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Venerdì 8 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 09:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA