Il Ceo di Peugeot Linda Jackson con la nuova 308

Il Ceo di Peugeot Linda Jackson spiega l’importanza del nostro paese per il brand. «Il Leone ama l’Italia. È il secondo mercato»

di Nicola Desiderio
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TORINO «Stiamo affrontando una crisi dopo l’altra, ma sono in questo settore da un po’ di anni e ho visto molte crisi prima della pandemia, dei semiconduttori e della guerra in Ucraina. Alla fine è successa sempre la stessa cosa: ci siamo evoluti». A parlare, mentre sorseggia il suo tè caldo, è Linda Jackson, amministratore delegato dal 2021 di una Peugeot che nel suo primo anno di gestione ha visto crescere le vendite sia a livello mondiale (1,215 milioni+ 5%) sia in Italia (84.263 immatricolazioni, +3,2%) che per il marchio del Leone è la seconda migliore piazza in Europa dopo la Francia. «Internamente ne parliamo come il nostro secondo mercato domestico» ed evidentemente è sempre di più così da quando Peugeot fa parte di un gruppo franco-italiano come Stellantis. È questa circostanza ad aver condotto la signora Jackson, per la prima volta nella sua vita, a Torino in un’Italia che ama Peugeot, ma anche il design, la moda e lo stile.

«Se potessi scegliere, direi che vorrei che le nostre vetture fossero più italiane per quegli aspetti. Anche i francesi hanno tutto questo, ma credo che gli italiani abbiano in più l’amore per il design e credo che questo aspetto debba essere molto importante per le nostre vetture». Ma come immagina Linda Jackson la Peugeot del futuro? «Trasformarci da compagnia automotive tradizionale in tech-company che deve trovare nuovi modi per generare ritorni. Fare buone automobili fa sicuramente parte del gioco e le nostre auto sono molto molto sofisticate: in una 308 ci sono cento milioni di codici che è più di quello che troviamo su una aeroplano. In più dobbiamo offrire più soluzioni di mobilità e, se vogliamo essere davvero una tech-company – continua il ceo del Leone – dobbiamo essere in grado di maneggiare i dati per creare benefici per i nostri clienti e anticipare i loro bisogni grazie all’intelligenza artificiale. Così è il mondo che cambia spinto da elettrificazione e digitalizzazione». La parola che racchiude tutto questo è esperienza. «I clienti vogliono acquistare una brand experience che noi vogliamo chiamare con un una parola francese usata anche in inglese: allure. Allure vuol dire: attrazione potente e io voglio che le Peugeot esercitino questa attrazione con il design, i servizi e le emozioni. La allure che voglio per Peugeot deve essere una combinazione tra fisico e digitale».

Nella fisicità sono compresi il piacere di guida e il ruolo della rete del concessionario. «Alla fine, l’automobile è sempre l’acquisto più importante dopo la casa. È vero, ci sono sempre più persone che acquistano tutto online e sempre di più assisteremo e aggiorneremo le automobili a distanza, ma ci sarà sempre chi vorrà toccare, vedere, sentire e provare quello che compra trovando persone che ci consiglino in base alle nostre esigenze. E poi c’è l’usato che è un fattore di business molto importante ed è parte integrante del rapporto e della trattativa con i cliente. Per questo credo che dobbiamo ancora lavorare con il concessionario per costruire la nostra brand experience».

Intanto le Peugeot si possono già comprare su Internet, anche se non ci sono obiettivi temporali e percentuali: l’unica sicurezza è che ci sarà un mix tra acquisti “fisici” e digitali e che il cliente dovrà avere un’esperienza da Peugeot, qualsiasi la forma di propulsione. Dunque vendere auto elettriche deve significare sempre di più vendere servizi di ricarica. Accanto al futuro c’è anche la storia fatta dalle competizioni che nell’immediato vuol dire il ritorno alle corse di durata con la 9X8. «Abbiamo scelto il WEC per il sistema di propulsione ibrido e continuiamo a fare motorsport per tre ragioni: primo, sono un laboratorio di tecnologie; secondo, ci aiutano per la consapevolezza del brand; terzo, è il nostro dna. Abbiamo corso a Le Mans, alla Dakar e nei rally. E abbiamo vinto. Ma in questo momento, prima di valutare altre opzioni, penso che un marchio come Peugeot, quando sceglie di correre in una categoria, debba farlo in modo coerente e con la massima concentrazione».

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Sabato 10 Febbraio 2024 - Ultimo aggiornamento: 14:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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