SALERNO - Prima un pallido sole, poi cielo grigio e piovoso, ombrelli aperti, cerate, cappucci, visitatori costretti a rifugiarsi sotto tende e gazebo. Si è svolta in questo scenario non del tutto rassicurante la cerimonia inaugurale della settima edizione del Salerno Boat Show, salone nautico organizzato a Marina d’Arechi con il patrocinio di Confindustria Nautica. Ce n’era abbastanza per trasformare l’evento in un triste happening della delusione. E invece la giornata inaugurale del Boat Show salernitano ha decretato il successo di una manifestazione diventata ormai un’autentica eccellenza nel panorama fieristico italiano. E non solo per la quantità e qualità delle imbarcazioni esposte, ma anche, se non soprattutto, per i livelli d’eccellenza raggiunti da Marina d’Arechi, senza ombra di dubbio il miglior porto turistico della Campania, probabilmente dell’intero Mezzogiorno.
Lo hanno riconosciuto tutte le autorità convenute a Salerno per la giornata inaugurale, in testa il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola (in rappresentanza del presidente De Luca), il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, i presidenti dell’Autorità portuale Andrea Annunziata, di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli, di Assonautica Giovanni Acampora e di Assomarinas Roberto Perotti. Con loro Roberto Neglia, addetto alle relazioni istituzionali di Confindustria nautica, e il presidente dell’associazione confindustriale Saverio Cecchi. Il quale si è compiaciuto una volta di più del lavoro svolto a Marina d’Arechi, ma ha ricordato che in Italia, “a fronte della straordinaria crescita del comparto, del fatturato, dell’occupazione, dell’export, c’è ancora molto da fare per lo sviluppo della portualità turistica”.
Secondo il numero 1 delle aziende nautiche italiane la presenza di 7 ministri e del presidente del Consiglio Meloni al Salone di Genova del settembre scorso “sono stati segnali positivi, ma ci sono ancora tanti problemi da risolvere, come la mancata entrata in vigore del Codice della nautica, in attesa che si completi l’iter che impone il parere di ben 14 ministeri! Siamo gli unici – ha tenuto a ricordare Cecchi - che non chiedono soldi allo Stato, eppure siamo stati rovinati dal governo Monti, che provocò la fuga di 40.000 barche dall’Italia. Quello fu il segnale di un pregiudizio ideologico verso il nostro settore, e ora dobbiamo augurarci che non si svegli qualcuno pronto a inventarsi qualcos’altro contro di noi”.
Tra le autorità invitate a Salerno c’era anche il ministro del Mare Nello Musumeci. Il quale non ha potuto lasciare Roma, ma ha fatto pervenire al presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi un messaggio in cui si legge: “Poiché il salone si tiene in una nobile città del Mezzogiorno, quale è Salerno, ciò che mi preme evidenziare, in questa occasione, è il dato del Mezzogiorno, perché l’economia del mare riesce laddove altri comparti non ce la fanno: capovolge i “rapporti di forza” tra Nord e Sud; tutti i numeri ci dicono che l’economia blu Italiana è trainata soprattutto dal Mezzogiorno, nella stragrande maggioranza dei settori. Vi auguro perciò – conclude il ministro - che il vostro evento sia un segnale di vita da replicare. Ne hanno bisogno il Sud e tutta l’Italia; ce n’è tanto bisogno oltre i nostri confini nazionali ed europei”.
“Condividiamo molto – ha sottolineato il presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi - le parole del ministro Musumeci, che confermano l’importanza del Sud in Italia e nel Mediterraneo, grazie all’economia del mare. È arrivato il momento di lavorare tutti insieme affinché la nautica sia un comparto su cui puntare convintamente e investire le giuste risorse per favorire la competitività delle nostre imprese, eccellenze a livello mondiale”.
Ma quanto vale, in dettaglio, l’economia del mare in una regione come la Campania, affacciata in gran parte su uno dei territori costieri più belli del Mediterraneo? A Marina d’Arechi se ne parlerà sabato 4 novembre alle 11 nel convegno intitolato proprio “Il valore dell’economia del mare della Campania”. Nell’occasione verrà presentato il Rapporto Nazionale di Unioncamere a cura di Informare, Assonautica Italiana e Blue Forum Italia Network.
“L’esperienza di Marina d’Arechi” – osserva intanto Gallozzi - fornisce la prova di quanto intorno alla nautica si sviluppi un articolato distretto che dà occupazione a circa 500 persone e si fonda su investimenti infrastrutturali importanti, che proiettano la città di Salerno nei mercati mondiali e che ci hanno consentito di ospitare, solo nella stagione estiva, ben 638 imbarcazioni in transito fino a 95 metri di lunghezza”. Numeri ragguardevoli, che superano di gran lunga quelli della vicina Napoli, costretta a fare i conti con una cronica mancanza di adeguate strutture per la nautica da diporto, come ha ricordato lo stesso presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata, rivelando che in una recente riunione è stato detto che “a Napoli si dovrebbe fare come a Marina d’Arechi”.
Quanto al salone, la formula rinnovata prevede cinque giornate di apertura gratuita al pubblico, dalle 10 alle 18, rispetto alle quattro delle precedenti edizioni; tra spazi a terra e in acqua l’area espositiva copre circa 55.000 metri quadri e si sviluppa lungo un chilometro di banchina. Oltre 100 gli espositori, 221 le imbarcazioni in mostra (il 47% più dell’anno scorso) e 128 i marchi rappresentati. Più in dettaglio, sono 91 le imbarcazioni a motore, 64 i gommoni, 13 i gozzi, 38 le imbarcazioni monoscafo a vela, 15 i catamarani. “E l’anno prossimo – si sbilancia Gallozzi – saremo ancora di più. Chi non è venuto quest’anno, nel 2024 si renderà conto che non potrà mancare”.
Sarà possibile davvero proseguire sulla via della crescita? Il primo iscritto al partito degli ottimisti è il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, il quale tiene a ricordare che “Marina d’Arechi sorge in una parte della città in vistosa trasformazione, dove allo stadio si aggiungerà anche il nuovo palazzetto dello sport, entrerà in funzione la metropolitana e ci si collegherà con l’aeroporto di Pontecagnano, che entro il 2024 entrerà in servizio, aggiungendosi all’autostrada e ai collegamenti ferroviari già serviti dall’alta velocità”.