Alcune delle Mini colorate che hanno animato il raduno United 2012 a Le Castellet

Mini United, il più grande dei raduni
Al Castellet migliaia di appassionati

di Antonino Pane
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LE CASTELLET - Più che un’auto, un modo di vivere. Uno stile, quello della Mini. Tanta potenza per chi vuole passare dalla strada alla pista, più forza per chi ama la trazione, zero fronzoli per chi invece guarda con preoccupazione allo spread.
Un 2012 con tante novità per il marchio del gruppo BMW, cominciato sotto i migliori auspici con il successo del Mini United, un mega raduno che ha fatto confluire sul circuito di Le Castellet migliaia e migliaia di Mini provenienti da tutti i continenti. La novità più attesa per gli appassionati della piccola anglotedesca è la Mini JWC GP, un mostro da pista omologato per la strada che, secondo i dati forniti dai collaudatori, ha percorso l’ex circuito del Nurburging in 8 minuti e 23 secondi, vale a dire 19 secondi in meno rispetto alla precedente versione, quella presentata nel 2006.

Cambio a sei marce manuale, un vero e proprio bolide, e sotto al cofano un motore capace di sviluppare una potenza di 218 cavalli e una coppia di 250 N/m. Una spinta che consente alla JCW GP 2012 di arrivare a 240 chilometri all’ora e accelera da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi. Rollbar di serie, due sedili, l’assetto pista è completato da pneumatici semi slick montati su cerchi da 17 pollici. In pochi, però, potranno possederla: ne saranno costruiti solo duemila esemplari nello stabilimento di Oxford e solo duecento saranno destinate al mercato italiano, tutte riconoscibili dalla numerazione sul tetto.
Per chi vuole correre anche sullo sterrato, invece, ecco la Countryman, la Mini «gonfia», anche questa in versione John Cooper Works. Cinque porte, una perfetta interazione tra potenza e trazione consente anche a questa versione della Mini numeri eccezionali: 225 chilometri all’ora e 0-100 in 7 secondi. L’estetica è curatissima: nuovi cerchi in lega, paraurti più aggressivi, minigonne, prese d’aria maggiorate.
Anche gli interni sono stati rivisti per denotare maggiore sportività. Ma non solo apparenza: basta premere lo «Sport Button» per avere uno sterzo più preciso, il motore più pronto e uno scarico dal sound sportivo. Il cambio di serie è quello manuale a sei rapporti; come optional, invece, è disponibile quello automatico sempre a sei rapporti. Con l’arrivo della Countryman, ora tutta la gamma Mini è disponibile con il logo della JKW.

Una evoluzione resa possibile dall’introduzione del nuovo motore turbo da 1600 cc capace di sviluppare 211 cavalli. Un propulsore adattato ai vari modelli con apposite mappature studiate per esaltarne al massimo le caratteristiche sportive. Tutto questo è stato possibile innanzitutto con una riduzione dei pesi e in particolare utilizzando l’alluminio per i blocco cilindri. Per raffreddare il turbo, invece, le valvole di scarico sono state saturate di sodio a tutto vantaggio della spinta che si mantiene sempre su standard elevatissimi.
Per chi invece vuole appartenere al mondo Mini senza alleggerire di molto il conto in banca ecco la Ray, una Mini spartana, zero fronzoli, risparmiosa in tutto. Sotto al cofano c’è un motore da 1.400 cc depotenziato a 75 cavalli e capace di sviluppare una coppia massima di 120 N/m a 2.500 giri al minuto.

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Domenica 13 Maggio 2012 - Ultimo aggiornamento: 17-09-2012 11:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA