
Nissan: effetti terremoto in Giappone blocca produzione in due impianti. Segue decisione Toyota a 7 giorni da sisma magnitudo 7.3

Nissan, ritorno all’utile dopo 3 anni: 1,5 mld di euro. Sfrutta svalutazione yen, migliori margini e aumento vendite in Usa

Nissan, presto le elettriche con batterie allo stato solido. Svelato il prototipo di impianto per la produzione

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TOKYO - Dopo Toyota, a una settimana di distanza dal terremoto di magnitudo 7.3 nel Giappone nord orientale, anche Nissan decide di interrompere la produzione in due stabilimenti a causa delle difficoltà nell'approvvigionamento di componenti. La casa auto nipponica sospenderà le linee di assemblaggio negli impianti di Oppama e di Shonan, nella prefettura di Kanagawa a sud della capitale, per almeno due giorni all'inizio della prossima settimana. Tra i principali fornitori danneggiati dal sisma nella regione del Tohoku, una fabbrica gestita dalla Hitachi e dalla Honda, attiva nell'assemblaggio di sistemi per le sospensioni sui principali marchi domestici.
Tra questi anche la Toyota - che appena la scorsa settimana ha annunciato l'arresto di 14 catene di montaggio in nove diversi impianti del Paese per una durata di quattro giorni. L'epicentro del terremoto dello scorso sabato è stato registrato a largo delle coste della prefettura di Fukushima, la stessa area geografica in cui si è verificata la triplice catastrofe nel marzo 2011. Il bilancio finale è stato di 160 feriti, con danni strutturali a diversi edifici in quattro prefetture dell'arcipelago, e la parziale sospensione dei servizi dei treni super veloci. Gli ultimi sviluppi costituiscono un ulteriore grattacapo per le aziende del comparto auto, che che si confrontano con una endemica carenza dei semiconduttori in una fase della congiuntura che vede una graduale ripresa della domanda.
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