Marco Brun, country manager di Shell Italia

Brun (Shell): «Il GTL è una soluzione per città più pulite verso la mobilità del futuro»

di Nicola Desiderio
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ROMA - Una soluzione ponte, non definitiva, per marciare in modo più pulito verso la mobilità del futuro. Secondo Marco Brun, è questa, in sintesi, la prospettiva offerta dal GTL: «Di fatto – inizia il country manager di Shell Italia – è un carburante che può essere utilizzato su veicoli diesel al posto del gasolio, ma ha tutti i vantaggi del metano».

Quanto costa il GTL?
«Il GTL ha una lavorazione molto onerosa e dunque costa molto di più della materia prima gasolio. Se però si considerasse che è derivato dal metano e vi fossero applicate le stesse accise e non quelle del gasolio, diventerebbe competitivo e appetibile per tutte le aziende, ad esempio quelle di trasporto pubblico».

Qual è il vantaggio in termini di spesa del GTL rispetto al rinnovamento del parco?
«Non abbiamo fatto un calcolo del genere. Sappiamo che un autobus pubblico costa 150-250mila euro, ma i metodi e le logiche di acquisizione dei mezzi sono diversi. Dunque questi conti spettano alle amministrazioni e alle aziende di trasporto».

Ma loro conoscono il GTL e le sue proprietà?
«Sì, anche se non ci limitiamo a proporre il GTL che per noi è solo uno dei pezzi della soluzione. Shell infatti sta lavorando all’idrogeno, con l’installazione di 400 punti di rifornimento in Germania e all’elettrico: siamo la prima società oil&gas che ha aderito al consorzio Ionity e di recente abbiamo acquisito la NewMotion, una società che ha 60-70mila punti di ricarica in tutta Europa. La sfida ambientale ed energetica è enorme e dobbiamo mettere tutti le possibili forze in campo affinché il mondo sia traghettato verso una mobilità più sostenibile».

Perché un’azienda come Shell si interessa all’idrogeno e all’elettrico?
«Molti rimangono sorpresi che Shell sia così fuori dallo schema che la vuole a difesa dei carburanti classici, ma il nostro obiettivo è servire i nostri clienti. Se loro vogliono iniziare a spostarsi con i veicoli elettrici, noi dobbiamo essere pronti a farlo come facciamo oggi fornendo loro benzina, gasolio o metano».

Il GTL non è ancora presente in Italia. In quale caso sareste pronti a portarlo?
«Al momento non ci sono trattative. C’è molto interesse, ma non ha mai un seguito per la questione dei costi e delle accise. Noi non abbiamo interesse a spingere commercialmente il GTL perché viene prodotto insieme a paraffine sintetiche per prodotti di bellezza che sono molto richieste. Pensiamo però che il GTL rappresenti un’opportunità anche in Italia dove ci sono grandi città che hanno grossi problemi di emissioni che si ripetono anno dopo anno e che non vengono mai risolti».

Se ci fosse qualcuno interessato, in quanto tempo potreste rifornirlo di GTL?
«Sei mesi al massimo, ma solo se ci fosse una massa critica tale da giustificare la creazione di una logistica dedicata al GTL».
 

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Venerdì 23 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 18:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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