La nuova Hyundai i10

Hyundai i10, sfila l’ammiraglia delle citycar. La terza generazione è molto tecnologica

di Cristiano Chiavegato
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PROVAGLIO D’ISEO - Coreana, costruita in Turchia con stile italiano. Ormai la i10 della Hyundai, giunta alla sua terza generazione e con 140 mila vetture vendute in Italia dal 2008, presentata alla fine dello scorso anno, lanciata sul nostro mercato negli ultimi giorni di gennaio, si incontra già sulle nostre strade. Ed è capace di suscitare interesse e curiosità. Perchè è cambiata molto dal suo debutto iniziale e mostra già dall’aspetto una notevole maturità, condita, quando la si scopre dal concessionario dalla sua completa dotazione di ADAS, i sistemi di sicurezza, e in generale tecnologia che non ha per il momento paragoni con le concorrenti della stessa categoria.
 

 

Al volante di questa vettura, sulle strade che portano dagli splendidi vigneti della Franciacorta allo spettacolare lago d’Iseo si capisce che la i10 è nata per l’ambito urbano anche se non se la cava male nei lunghi percorsi. E’ chiaro che il suo motore 1.0 tre cilindri da 67 cv, appaga sullo scatto grazie al peso limitato dell’auto, ma non brilla per i soli 96 Nm di coppia disponibili, in particolare sull’allungo. Comunque la Casa coreana ha già previsto a breve l’esordio di una versione GPL, capace di ridurre i costi d’esercizio già limitati da consumi veramente bassi e a cavallo dell’estate farà uscire un 1.0 turbo da 100 cv per chi predilige prestazioni più elevate.
Si tratta comunque, con il propulsore attuale, di livelli in linea con la concorrenza diretta. Lo sterzo assolve bene al suo compito, è delicato e morbido, nelle strade cittadine e nei parcheggi. In cambio a 5 marce è preciso. La i10 ha un assetto confortevole con buona risposta su buche e dossi, soprattutto se si scelgono pneumatici non troppo ribassati.

Tornando all’aspetto, pur non essendo aumentate di molto le dimensioni (è lunga 3,67 metri) è più “potente”, tanto da farla apparire quasi sportiva, il che potrebbe sembrare una contraddizione per una city car, ma la rende anche più solida. Il centro stile europeo della Casa di Seul, situato nei pressi di Francoforte, è diretto dal trentunenne milanese Davide Varenna che ha avuto un’esperienza precedente in Volkswagen. Il designer italiano ha operato sulle forme con ritocchi minimi: 2 cm in larghezza in più, il tetto ribassato di 2 e passo aumentato di 4 per migliorare l’abitabilità posteriore.

Gli interni sono praticamente tutti nuovi. Nessun materiale morbido, a parte i sedili. Nella versione provata, la Prime (le altre sono Advanced e Tech), troviamo lo schermo touch più grande da 8” che, unito al piccolo display del computer di bordo da 3,5 pollici, controlla l’infotainment con funzioni di connettività avanzate come Bluelink, Apple CarPlay e Android Auto. È presente anche una sim integrata per l’accesso ai servizi online come aggiornamenti software, informazioni in tempo reale e funzioni di riconoscimento vocale. Da segnalare anche la videocamera posteriore, anch’essa di serie. Il bagagliaio è giusto per le dimensioni della macchina: 252 litri che salgono a 1050 abbattendo i sedili.
 

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Domenica 22 Marzo 2020 - Ultimo aggiornamento: 25-03-2020 11:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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