L'Audi Q RS e-tron impegnata in Marocco nei test per la Daker

Dakar, un'astronave sulle dune: debutto dell'Audi Q RS e-tron, la belva elettrica

di Giorgio Ursicino
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Il progresso sfida il deserto, c’è un’astronave che danza sulle dune. I Quattro Anelli di Ingolstadt gettano un masso nello stagno. Un po’ annoiati da qualche anno di letargo passato in Formula E. Intriganti le monoposto elettriche che sfrecciano nel cuore delle grandi città, non c’è che dire. Per contenere i costi, però, è stata imbrigliata la creatività degli ingegneri costretti ad utilizzare molte componenti uguali per tutti. È scontato che, chi ha fatto della fantasia e delle soluzioni estreme una mission esistenziale aprendo sempre strade sconosciute, a girare senza far rumore può anche annoiarsi. Dopo aver cappottato i rally nei mitici anni Ottanta, imponendo l’innovativa trazione “quattro” poi importata anche nelle gare turismo, i bavaresi hanno preso per le corna la prestigiosa 24 Ore di Le Mans dominandone 13 edizioni in solo tre lustri. Alla maratona francese hanno dato spettacolo e creato scompiglio. Un pandemonio.

L’iniezione diretta di benzina e i proiettori laser. Fino a far imbizzarrire pure il pacioso motore dell’ingener Rudolf Diesel prima di calare l’ecologica motorizzazione ibrida. È proprio vero, l’avanguardia della tecnica può diventare uno stile e una ragione di vita. Ora sotto con l’off road, l’impegno più appassionante. Anche perché mette alla prova la motorizzazione elettrica alla verifica più tosta. I propulsore silenzioso ha già dimostrato di essere di un altro pianeta per emissioni e comfort, piacere di guida e prestazioni. Ora, insieme alle performance, salgono sul palcoscenico la robustezza e l’affidabilità chiamate a passare il test più probante del motorsport. La pietraie e le dune, i “plateau” e i “uadi” della Dakar, la corsa del calendario internazionale più infame del motorsport. La Q RS e-tron bavarese parte da un foglio bianco per riscrivere il copione di un’avventura.

Anche nella maratona dei motori nel 2022 c’è stato un cambio regolamentare vigoroso, come in Formula 1 dove, addirittura, vedremo le monoposto ad “effetto suolo” vietate da oltre un quarto di secolo, e le Pirelli montate su grandi cerchi da 18 pollici al posto dei microscopici da 13 usati da tempo immemorabile. Il salto è molto più lungo nei raid e i tecnici tedeschi sono andati in estasi come non succedeva da anni, ben felici di dimostrare che la transizione ecologica è un scelta ormai acquisita dal brand. La Q è fantastica, qualcosa di improponibile col vecchio regolamento. La spinta è garantita solo da cuori ad elettroni. Due, uno per asse, derivati da quelli, collaudatissimi (sull’asfalto...), della FE e capaci di erogare oltre 600 cavalli ed una coppia massima sempre disponibile in grado di fare la differenza in fuoristrada.

Per la prima volta nel 2022 la trazione integrale può essere abbinata alle gomme giganti quasi immuni dalle forature e alle sospensioni ad ampia escursione che rendono l’altezza dal suolo esagerata. Alta quasi due metri, con una luce sotto il fondo da carroarmato, la Q RS ha una distribuzione dei pesi ed un baricentro ideali. Sia i tre elettrici (uno serve da generatore), che il 4 cilindri termico che serve per tenere carico l’accumulatore, sono disposti nella parte bassa della vettura, insieme alla batteria che si incunea alle spalle e fra l’equipaggio. È di nuova generazione anche l’abitacolo. Un salotto hi-tech in grado di funzionare come un ufficio su sabbia che vola a 200 orari. La plancia sembra quella di un Jumbo di prima generazione, zeppa di strumentazione per tenere sotto totale controllo l’astronave Ci sono ben sette display, il roadbook è digitale in modo da comparire davanti al navigatore al momento della partenza ed impedire ai “fenomeni” dell’orientamento di fare una ricognizione virtuale. La gara per uomini veri entra in un’altra era.

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Lunedì 27 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 29-12-2021 09:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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