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FRANCOFORTE - Il samurai dell’asfalto ha mezzo secolo. Ma è giovane come non mai. Suzuki Jimny è il veicolo nato per servire: come i gloriosi e coraggiosi combattenti giapponesi, destinati ad accompagnare i loro signori nelle imprese più audaci. Solo che il Suv tascabile è stato sviluppato per accompagnare chi doveva arrivare dove quasi nessuno osava andare. Il guerriero della strada è tornato con una generazione, la quarta, che lo proietta in una dimensione alla quale non sembra più appartenere perché è rimasto fedele a sé stesso. E per questo apprezzato. «È un atto d’amore da parte della casa madre», assicura Massimo Nalli, numero uno di Suzuki in Italia.
In cinquant’anni si è guadagnato la fiducia di quasi tre milioni di automobilisti nel mondo (2,854 fino ad un paio di mesi fa) ed è cresciuto di meno di 70 centimetri in lunghezza: dai circa 3 metri della serie Lj10 ai 3,65 di quella attuale (senza la ruota di scorta esterna di serie si ferma a 3,48), ridotta di una manciata di centimetri rispetto a quella cui subentra. Suzuki Jimny è un samurai vero, che non indietreggia di fronte alla difficoltà. E, non a caso, è un Suv unico, che non ha paragoni nelle gamme degli altri costruttori.
Ci sono fuoristrada validi e temerari, ma nessuno ha le dimensioni compatte di quello fabbricato in Giappone dalla casa di Hamamatsu. Nessuno ha avuto l’ardire di avventurarsi in una nicchia presidiata dal 1970 da un solo modello: Suzuki Jimny è il solo off road che misura meno di 4 metri di lunghezza.
La nuova generazione ha debuttato contemporaneamente in Europa in due paesi: uno è la Germania il più grande mercato del Vecchio Continente, l’altro è l’Italia, dove negli anni ne sono stati acquistati 80.000 esemplari. I primi venti della nuova generazione, la serie speciale Sakigake, sono andati a ruba in rete in appena 40 ore. Nel Belpaese viene commercializzato in una sola variante sostanzialmente tutto incluso (Cruise Control, Hill Descent, schermo tattile da 7 pollici, 6 airbag e le funzioni Attentofrena, Restasveglio, Guidadritto e, per la prima volta, anche Nontiabbaglio), la Top da 22.500 euro con 3 anni o 100.000 chilometri di garanzia. A richiesta ci sono solo la carrozzeria bicolore (400 euro) ed il cambio automatico a quattro marce (1.500).
Jimny non è un veicolo che si arrende, anche se è evidente (non solo esteticamente) che il suo ambiente naturale è lo sterrato. Arriva a 172 centimetri di altezza, ma con una distanza minima da terra di 21, vale a dire un incremento di 20 millimetri rispetto alla terza generazione, quella dal design più “urbano”. Dispone di un angolo di attacco di 37° (prima erano 35°) e di uscita di 49° (tre in più), senza temere i guadi. La sua presenza su strada è stata allargata di 45 millimetri: una soluzione che premia dal punto di vista estetico e garantisce ancora più stabilità.
A proprio agio nell’offroad, come confermano i passaggi nell’area protetta nei pressi di Francoforte dove Suzuki ha ottenuto l’autorizzazione per far svolgere la prova, il Suv tascabile si difende con dignità sulla strada, dove raggiunge i 145 km/h (5 km/h in meno con la trasmissione automatica). Inevitabilmente già sopra i 100 si avvertono fruscii che ne rivelano l’anima più avventurosa. Ma se si tratta di parcheggiare o infilarsi in spazi stretti, allora la Jimny torna ad essere competitiva. Estremamente competitiva, soprattutto in molti di quei panoramici e spettacolari paesi abbarbicati su montagne e colline che distinguono l’Italia nel mondo.
Designer ed ingegneri hanno conferito alla nuova generazione un aspetto più “duro”, ispirandosi al passato e piegando le esigenze estetiche a quelle funzionali. Sulle strade cittadine il nuovo Jimny non passa inosservato, negli sterrati fuori dai centri urbani fa quello che è chiamato a fare. Perché era nato come veicolo per consentire ai professionisti di raggiungere, in auto, zone impervie. E adesso è diventato anche un’icona cosmopolita, sinonimo di indipendenza. Sviluppato sul tradizionale telaio a longheroni e con il motore montato longitudinalmente, il Suv tascabile dispone di sospensioni ad assale rigido a tre bracci e molle elicoidali e può viaggiare sia a trazione posteriore, sia integrale con tanto di ridotte grazie alla tecnologia 4WD Allgrip Pro.
Il motore che equipaggia l’intramontabile Jimny è il nuovo quattro cilindri benzina da 1.5 litri omologato Euro 6d. La potenza è di 102 cavalli, la coppia massima arriva a 130 Nm. La percorrenza dichiarata nel ciclo misto è di 12,7 chilometri per litro, che nel test drive con guida in autostrada e nella prova offroad sono stati anche superati. Un samurai anche onesto.
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