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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Leclerc precede Piastri e Sainz a Montecarlo

Ferrari in crescita, il Campionato è cambiato. Ma il Mondiale resta nelle mani di Verstappen e della Red Bull

di Giorgio Ursicino

L’abbuffata di gioia non è ancora finita, ma Vasseur guarda avanti. Molto avanti. Fred ha fatto vedere a tutti quanto sia poliedrico. L’ingegnere ha partecipato ed animato gli show del post gara con l’entusiasmo di un bambino. In cuor suo, però, sa bene che in Formula 1 «serve molto più di una vittoria epocale per mettere in piedi un team in grado di aprire un ciclo vincente». E questo è il suo mandato. Il motivo perché il presidente Elkann l’ha chiamato a Maranello: non è importante quanto tempo serva, fondamentale è che la crescita sia consolidata. La Ferrari non può accontentarsi di qualche vittoria, vuole ripetere i filotti da leggenda inaugurati da Schumi e poi copiati da Vettel, Hamilton e Verstappen con altre scuderie.

È vero, ci sono vittorie che pesano più di altre e che servono per rompere il ghiaccio: un’iniezione di fiducia unica per dare ad un rookie la consapevolezza di poter diventare un campione. Charles, invece, sa benissimo quanto vale. A Maranello ha preso il posto dell’iridato Raikkonen e per lui hanno messo alla porta il quattro volte campione Sebastian per affidargli le briglie del Cavallino. Operazione confermata qualche mese fa quando non hanno avuto dubbi a puntare sul monegasco per affiancare l’Imperatore Hamilton. Forse da questo punto di vista vale il cannibale: nella sfida a credere ciecamente che è il migliore tutti. Il principino sa bene di che pasta è fatto. Lo ha scoperto nelle formule minori, quando al muretto c’era proprio Vasseur, ed ha avuto conferma il primo anno in Rosso, quando ha dominato due gare sui circuiti più difficili della F1, Spa e Monza. Vicino di garage aveva Vettel e a togliergli le vittorie provò Lewis in persona, con la spaziale Mercedes di quei tempi.

Leclerc non aveva 26 anni come ora, ma appena 21 e già aveva cancellato dal suo vocabolario la parola timore. Volete che uno così non sia assolutamente certo che quando parte in pole a Montecarlo vince se non succede un disastro? La felicità che ha provato ieri l’avrebbe assaporata anche nel 2021 e 2022 quando scattava in testa, ma il diavolo ci mise lo zampino. Bocconi amari sì, ma l’ego neanche scalfito. Il team principal continuerà a lavorare, con costanza e impegno. Arriverà il pilota più vincente di tutti i tempi e, forse, anche il progettista più titolato di sempre. Intanto ci sono altri sviluppi che hanno la finalità, più che di ribaltare gerarchie consolidate, di ridurre il gap dall’astronave di Newey che finora è apparsa inarrivabile.

In F1 non si precede a balzi, serve un mattone sull’altro per non tornare indietro. E forse ora lo scenario sta cambiando, con la Ferrari ed anche la McLaren che si sono avvicinate e sono in grado di animare il Campionato e di acchiapparsi svariate vittorie perché il vantaggio degli austriaci non è più enorme. Inoltre, a Maranello e Woking ci sono quattro ragazzi capaci di mettere pressione e di approfittare di ogni sbavatura di superMax. Torneranno le piste tradizionali dove chi dominava difficilmente si farà da parte. Circuiti che esaltano il telaio e l’aerodinamica dove l’attuale Red Bull spadroneggiava. Certo che bisogna crederci, come dice Charles «io parto sempre per vincere».

Discorso diverso è riaprire la corsa al titolo anche perché Verstappen è ulteriormente cresciuto. È vero, a Montercarlo ha sbagliato quando non doveva farlo, in qualifica. Non era contento della sua monoposto e sentiva il fiato sul collo di Charles e della Rossa decisi a vincere il gran premio di casa. Il Max di un tempo avrebbe fatto fuoco e fiamme, magari distruggendo anche l’altra Red Bull. L’olandese attuale, invece, già sabato sapeva di dover puntare al sesto posto e l’ha portato a casa. Facendo il trenino fra le due Mercedes alla quali normalmente rifila almeno mezzo secondo al giro. Pensare di togliere la corona ad un tipo così con le attuali forze in campo è veramente una pretesa ambiziosa.

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Martedì 28 Maggio 2024 - Ultimo aggiornamento: 29-05-2024 17:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA