Il taglio del nastro

Azimut, inaugurata ad Avigliana la sede rinnovata. Al via da settembre la produzione nel segno dell’innovazione

di Sergio Troise
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Quando si parla di un cantiere nautico il pensiero corre al mare, ai capannoni affacciati su moli e banchine, alle gru che sollevano le barche per le operazioni di tiro e varo, alle prove in acqua a costruzione ultimata. Ma non è sempre così. L’esempio più chiaro di come si possano costruire barche di qualità, in gran numero e di grande successo, anche lontano dal mare, viene da Avigliana, paese della provincia di Torino situato nella parte terminale della Val di Susa. Qui dal 1969 vengono costruite le barche di Azimut, marchio del gruppo Azimut-Benetti fondato dal compianto Paolo Vitelli, oggi guidato dalla figlia Giovanna (presidente) e dall’amministratore delegato Marco Valle. E’ dunque nel cuore dell’entroterra torinese che nascono le imbarcazioni a motore dai 13 ai 44 metri delle linee Verve, Atlantis, Magellano, Fly, S, Grande e Seadeck.

Questo sito sui generis, dopo anni di crescita e di incrementi produttivi, necessitava però di un adeguamento alle nuove esigenze imposte dalla modernità. Dopo aver varato un piano di crescita della produzione, con lo spostamento nel cantiere “di terra” anche della costruzione degli yacht più grandi, e l’incremento dell’occupazione fino a 1.500 unità, bisognava ridefinire il modo di vivere e di pensare il lavoro. Come? Progettando un radicale rinnovamento della sede storica del cantiere e facendone un modello di modernità ed efficienza.

Per centrare questo obiettivo è stato varato un piano di investimenti da 50 milioni di euro. E il progetto, che ha incluso anche un significativo intervento di efficienza energetica, è stato affidato alla direzione artistica di AMDL CIRCLE e Michele De Lucchi, colossi milanesi dell’architettura moderna che hanno firmato il restyling dell’edificio principale e del nuovo padiglione multifunzionale. Gli uffici dei dipendenti sono stati invece ristrutturati su progetto architettonico dello studio torinese Settanta7. A lavori ultimati, l’intera area ha assunto le sembianze di un modello di modernità.

La cerimonia d’inaugurazione del rinnovato sito produttivo si è svolta il 24 luglio alla presenza del sindaco di Avigliana Andrea Archinà, al quale la presidente Giovanna Vitelli ha illustrato il progetto. Un progetto che ha portato a un’evoluzione del modello lavorativo di Azimut mettendo al centro la collaborazione e il lavoro in team, superando gli schemi rigidi di gerarchia anche nella configurazione degli ambienti di lavoro. “Nasce così – è stato sottolineato - un nuovo modello di leadership, condiviso e aperto, che guarda lontano per generare una crescita solida e resiliente”.

“Avevo in mente l’immagine della piramide del Louvre, una dichiarazione dei tempi che cambiano, ma soprattutto un segno del nuovo che trova la sua piena potenza nella relazione con la grandiosità del passato – ha detto Giovanna Vitelli -. Azimut – ha aggiunto - ha una storia che supera i cinquant’anni e il modo migliore per onorarla era farla evolvere ancora, come ha sempre fatto mio padre”.

Più in dettaglio, la trasformazione dell’headquarter di Avigliana è stata illustrata come “un tributo alle principali innovazioni stilistiche e tecnologiche degli yacht nati tra le montagne per rivoluzionare il modo di vivere il mare. E tra queste – è stato ricordato –l’introduzione nel 2003 delle vetrature a scafo al posto dei tradizionali oblò, per portare luce naturale dentro le cabine: una scelta visionaria che oggi riecheggia nell’intervento sul cantiere, con le finestre trasformate in vetrate a tutta altezza, a sottolineare la continuità tra innovazione nautica e linguaggio progettuale.

“La trasparenza – è stato spiegato - diventa il manifesto di un’architettura che supera la pura estetica per dare forma alla visione di Azimut, ovvero a una cultura del lavoro sviluppata su apertura, connessione e fiducia”. Questa filosofia – vale la pena sottolinearlo - prende vita nel layout e nel design dei nuovi uffici, per cui i valori dell’azienda hanno guidato ogni scelta, con la trasparenza, la collaborazione, la flessibilità e l’innovazione che si riflettono negli spazi in cui il vetro sostituisce i muri, e gli ambienti condivisi prendono il posto degli uffici direzionali chiusi e sovradimensionati.

E ancora: a proposito di legami tra storia e innovazione, le sale riunioni panoramiche sono state battezzate Gogamigoga, Goga e Goghina, i nomi delle barche appartenute a Paolo Vitelli, che con understatement piemontese scelse un nome traducibile in italiano come “la bella vita”, nell’accezione autoironica di “darsi alla bella vita”.

Fin qui la rivoluzione interna all’azienda, ovvero ai luoghi di lavoro, lì dove si realizzano le barche progettate e costruite seguendo questa nuova rotta indicata dall’innovazione. Ma nel piano di rinnovamento c’è anche la revisione del rapporto con i clienti, i futuri armatori di barche col marchio Azimut. Per questo è stata creata, nel sito di Avigliana, la “sala della realtà virtuale”, definita dai progettisti “cuore creativo e tecnologico dell’edificio”.

E’ uno spazio in cui l’Ufficio Tecnico e l’Ufficio Stile collaborano ogni giorno e che al tempo stesso accoglie gli ospiti, in particolare gli armatori. E qui sono previste genialate come l’ipertecnologica “cucina en scène” dello yacht, dove scegliere allestimenti, arredi, colori e tessuti diventa un’esperienza immersiva e personalizzata grazie alla realtà virtuale.

Tutto ciò sarà operativo da settembre, mese che segna l’inizio dell’anno nautico. Un anno che vedrà l’intero gruppo Azimut-Benetti ancora una volta protagonista sulla scena internazionale, grazie alle barche prodotte nei suoi cinque stabilimenti (oltre Avigliana, sono attivi i cantieri di Fano, Viareggio, Savona e Varazze, più quello di Itajai, in Brasile) e alle vendite in 80 Paesi, grazie a una rete commerciale e di assistenza che prevede uffici diretti a Shanghai, Hong Kong, Fort Lauderdale e Itajai.

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venerdì 25 luglio 2025 - Ultimo aggiornamento: 12:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA