Il Pardo 38

A due cantieri italiani il premio Barca Europea dell’anno. Pardo 38 e Solaris 48 protagonisti al Boot di Düsseldorf

di Sergio Troise
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DüSSELDORF - Ci lamentiamo sempre dell’Italia che arranca in Europa e non perdiamo occasione per guardare con una certa invidia al modello tedesco. Ma ogni tanto capita che le posizioni s’invertano e che noi italiani si possa esultare per un successo che fa luce sulla realtà (positiva) di certe cose: è ciò che è accaduto sabato 18 gennaio a Düsseldorf, in occasione del salone nautico più importante d’Europa, dove due cantieri italiani, Pardo Yacht e Solaris, hanno vinto il premio Barca Europea dell’anno, nelle categorie oltre 14 metri e fino a 20 metri. Un successo che la dice lunga sul potenziale di un settore, quello dell’industria nautica italiana, che in patria non è mai sufficientemente apprezzato ed è anzi sottoposto sovente a critiche gratuite e attacchi ingiusti.

I titoli di European Yacht e Powerboat of the year 2020 sono stati assegnati durante la Flagship Night da due giurie internazionali composte da giornalisti delle più importanti testate del settore. Avevano ottenuto la nomination, per il settore motore, anche l’Azimut Atlantis 45 (fino a 20 metri), mentre per la vela erano in corsa l’Italia Yachts 11.98 (categoria Performance Cruiser) e il Grand Soleil 42 LC (categoria Luxury Cruiser). Gli altri titoli sono andati, per il motore, a Silver Tiger DCz (sopra gli 8 metri); a Beneteau Flyer 10 (sopra i 10 metri); a Vedette Navigator 35 (dislocanti) e a Volvo Penta DPI Drive (per l’innovazione). Per la vela, le Barche Europee dell’Anno sono l’Oceanis 30.1 di Beneteau (family cruiser), l’X 4.0 (performance Cruiser), l’Amel 60 (luxury cruiser), il Dehler 30 OD (yacht da regata) e ClubSwan 36 (premio per l’innovazione).

Ma torniamo ai due italiani. In casa Pardo Yachts, giovane marchio nato da una costola dei Cantieri del Pardo noti nel mondo per le imbarcazioni a vela, questo premio rappresenta il giusto riconoscimento alla bontà di una scelta coraggiosa, che appena quattro anni fa rappresentava semplicemente un’incognita. E invece il lavoro eseguito dal cantiere in collaborazione con Zuccheri Design ha dato frutti insperati: le barche a motore di Pardo Yachts hanno saputo conquistare infatti uno spazio importante sul mercato internazionale. Basti dire che la gamma attuale (con il 30 di 12 metri sono in produzione anche il 43 e il 50) ha totalizzato 100 unità vendute, ed è già in allestimento un Pardo 60.

L’entry level appena premiato, intanto, svolge magnificamente anche il ruolo di super tender per grandi yacht, distinguendosi per la personalità dello stile, la flessibilità delle soluzioni interne (due o quattro posti letto), per certe soluzioni di pregio, come il T-Top in carbonio, l’ancora a scomparsa nella prua e la possibilità di motorizzazioni entro e fuoribordo con potenze fino a 1.050 hp (3x350) e velocità massima di 50 nodi!

Se vogliamo, anche il Solaris Power 48 Open, vincitore nella categoria fino a 20 metri, rappresentava una incognita, così come tutta l’operazione Solaris, nata dalla “voglia matta” di Norberto Ferretti di tornare a occuparsi di barche a motore dopo la cessione dell’attività, nel 2012, ai cinesi di Weichai (con Piero Ferrari socio di minoranza dal 2016). E invece, esattamente come per Pardo Yachts, l’operazione ha avuto successo. L’accordo raggiunto con Brunello Acampora (Victory Design) per la progettazione, e con Giuseppe Giuliani (ex Dufour e ex Cantieri del Pardo) e Luca Neri per la costruzione (i due già costruivano barche a vela con il marchio Solaris) ha dato risultati più che soddisfacenti: prima con il 55 Lobster, ora con il 48 Open appena premiato a Düsseldorf (ma reduce dalle trionfali passerelle di fine 2019 a Cannes e a Genova).

Una nota del cantiere sottolinea che “la giuria ha decretato all’unanimità la vittoria del 48 Open, grazie all’unicità e alla bellezza del design, a una qualità costruttiva da primato nella categoria e alle indiscusse qualità marine che rendono la navigazione sicura e confortevole con qualsiasi condizione di mare. Con questo riconoscimento – si legge ancora nella comunicazione ufficiale – il cantiere di Forlì, già famoso nel mondo velico, entra a pieno titolo tra i marchi di riferimento del settore degli yachts a motore. Per il futuro Solaris Power ha già in programma di continuare ad ampliare la gamma con un investimento importante sui modelli Open, di cui il 48 è il capostipite, con l’introduzione di un 58 Open e di altri modelli di dimensioni più piccole”.

Va dunque avanti il piano di Norberto Ferretti, tornato sulla scena alla grande, dopo aver convinto i soci esperti di vela a tentare l’avventura nel mondo degli yacht a motore, e aver affidato la progettazione a Brunello Acampora, vecchio amico sin dai tempi delle gare offshore. “Per la progettazione pensai subito a lui – ha raccontato di recente Ferretti -. Lo conoscevo bene, si è laureato a Southampton, la più importante scuola di architettura navale del mondo, ed è stato allievo del grande maestro Renato ‘Sonny’ Levi, uno dei padri della nautica a motore da diporto moderna. Con una carena progettata da lui non avremmo potuto sbagliare”.

“Per noi di Victory Design – ha detto da parte sua il progettista napoletano – questo riconoscimento è una soddisfazione enorme, anche perché nella categoria fino a 20 metri erano in lizza concorrenti di grande prestigio e raramente il premio viene assegnato a una barca di 15 metri. E poi – ha tenuto ad aggiungere Acampora – mi fa piacere sottolineare che a Napoli ci sono eccellenze degne di apprezzamento in tutto il mondo: con l’arte sartoriale, il food, i beni culturali, c’è anche una scuola di design che si afferma sulla scena internazionale, e non da oggi. In proposito mi fa piacere ricordare i meriti di colleghi come Alberto Simeone, un maestro nel campo della vela e, per il motore, di Francesco Guida e Valerio Rivellini, grandi innovatori del design. Quanto a noi di Victory Design, è la quarta volta che vinciamo il premio di Barca Europea dell’anno, dopo i successi ottenuti con il Dolphin 54 di Mochi Craft, il Sarnico Spyder e il Gozzo di Aprea Mare”.

A proposito dello storico cantiere sorrentino (da tempo trasferitosi a Fano, nelle Marche, ed entrato a far parte di nuovi gruppi societari) ha appena ceduto gli stampi e il marchio Gozzo proprio a una società che fa capo a Brunello Acampora. Lo ha rivelato lo stesso titolare di Victory Design, spiegando che “con Cataldo Aprea erano sorti problemi di varia natura, che hanno riguardato non solo aspetti economici ma anche la filosofia del progetto Gozzo, nato per mirare a un target alto, da classe premium, ma impoveritosi strada facendo. Al più presto contiamo di trasferire di nuovo la produzione al Sud e di riprendere il discorso avviato a suo tempo, quando il Gozzo ci ha fatto vincere il premio di Barca Europea dell’anno 2018”.

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Lunedì 27 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-01-2020 19:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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