La nuova Jeep Grand Cherokee impegnata nell'attraversamento di un guado

Al volante del Grand Cherokee
l'ammiraglia della Jeep

di Giampiero Bottino
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PALERMO - Ci volevano gli italiani per permettere al Grand Cherokee, modello di vertice dalla gamma Jeep, di meritare davvero i gradi di ammiraglia per giocarsela alla pari con i Suv tedeschi che dominano il segmento premium per quanto riguarda questa categoria di veicoli. Intendiamoci bene, le qualità intrinseche della vettura sono sempre state fuori discussione, nè poteva essere altrimenti di fronte a un modello capace, pur su livelli di prezzo tutt'altro che da saldo, di conquistare nel mondo 4,8 milioni di clienti in quasi vent'anni (l'esordio è datato 1992) di onorata carriera.

Progressi.
La nuova generazione porta a compimento quel processo di miglioramento qualitativo e prestazionale che il precedente restyling aveva già annunciato: interni più raffinati ed eleganti, fedeli alla razionalità del marchio ma al tempo stesso più moderni e più vicini ai gusti degli abilisti europei, protagonisti di un mercato in difficoltà, che non è più al centro delle attenzioni commerciali dei costruttori ma che continua a essere il benchmark al quale ispirarsi - in termini di tecnologia, stile e prestazioni - per realizzare prodotti in grado di sfondare ovunque. In questo senso, l'apporto del gruppo Fiat e delle sue competenze competenze si è rivelato importante anche dal punto di vista dello stile, più morbido e capace di attenuare l'impatto delle dimensioni importanti della vettura.

Su strada.
È però a livello di guidabilità e di comportamento stradale che la nostra filosofia automobilistica si è fatta maggiomente sentire sulla vettura che comunque già adasso vanta in tutto il mondo i più «europei» tra i clienti Jeep, come sottolinea Chris Ellis, responsabile del marchio per l'area Emea. Pur tenendo conto della sua stazza opulenta, la Grand Cherokee è ora più agile e manovriera, grazie alla stabilità migliorata dall'irrigidimento della scocca. Anche su asfalto, l'operazione avvicinamento ai rivali tedeschi procede a ritmo serrato, disegnando un Suv di prestigio davvero completo, brillante e confortevole nei lunghi e veloci sportamenti, ma sempre fedele a un Dna fuoristradistico che ben pochi concorrenti possono eguagliare.

La meccanica.
Alla base di questo miglioramento c'è senza dubbio il nuovo turbodiesel (piu europeo di così...) 3.0 Multijet II da 250 cv sviluppato dalla VM di Cento (Ferrara), che si integra perfettamente con l'altrettanto nuovo cambio automatico ZF a 8 rapporti, che su strada e fuori si è sempre dimostrato veloce, fluido e tempestivo nel passare da una marcia all'altra. Ovviamente questo motore, che può essere una carta vincente soprattutto in mercati fortemente orientati al gasolio come quelli del vecchio continente, affianca e non sostituisce i tradizionali (e americani) propulsori Pentastar a benzina V6 3.8 da 286 cv e V8 5.7 da 352 cv abbinato all nuovo allestimento Summit che si colloca al vertice della gamma per così dire «convenzionale». Sopra di lui c'è infatti il Grand Cherokee SRT ad alte prestazioni, spinto dal poderoso V8 6.4 della famiglia Hemi da 468 cv. A coniugare la ricerca delle prestazioni con un buon livello di rispetto ambientale concorre la nuova funzione Eco Mode, di serie su tutta la gamma, che orienta tutti i settaggi della vettura nel senso del miglioramento dell'efficienza e può essere disattivato tramite un pulsante sulla plancia. Oltre a questo dispositivo, i due V8 contano anche sulla possibilità di disattivare la metà di cilindri quando la situazione lo consente, a tutto vantaggio della riduzione di consumi ed emissioni.

Off-road.
Nella marcia in fuoristrada, anche il piu impegnativo, il Grand Cherokee non dà mai la sensazione di trovarsi in difficoltà. Merito dei sofisticati sistemi di gestione della trazione integrale che fanno parte del bagaglio tecnologico Jeep come il Quadra Trac II e l'ancor piu sofisticato Quadra Drive II con differenziale autobloccante elettronico a slittamento limitato. Non mancano neppure le sospensioni pneumatiche che possono variare l'altezza della vettura per ottimizzarne il comportamento nelle diverse situazioni: in fuoristrada dalla posizione Normal si passa all'Off-road 1 che alza la vettura di 3,3 cm, o alla Off-road 2 che, raddoppiando l'escursione a 6,6 cm, è di aiuto nei passaggi più impegnativi. All'opposto si colloca il Park Mode, che abbassa l'auto di 4 cm per facilitare l'accesso o l'uscita dall'abitacolo, e l'Aero Mode che, riducendo l'altezza di 1,3 cm, migliora il comportamento aerodinamico dell'auto, a vantaggio dell'efficienza nei consumi. A livello complessivo, ciò significa che l'altezza da terra del Grand Cherokee può variare da 15 a 28 cm. Con il Selec Terrain gestito dalla manopola rotante sul tunnel centrale si può scegliere tra cinque regolazioni dell'assetto e del comportamento della vettura (Sabbia, Fango, Auto, Neve e Roccia) quella più confacente alla situazione che si deve affrontare.

La gamma.
Come già accennato, con il cambio generazionale entra nell'offerta anche il nuovo - e praticamente full optional - livello non a caso denominato Summit. Va ad aggiungersi ai consueti livelli Laredo, Limited, Overland e alla sportiva SRT, inserendosi in una gamma sempre piu articolata grazie anche al vasto catalogo di accessori dedicati realizzato dagli specialisti della Mopar. In Italia (e Germania) il nuovo Grand Cherokee sarà disponibile a luglio, un mese dopo l'esordio in Francia e Svizzera. Il listino non è ancora comunicato, ma dovrebbe proporre aumenti compresi tra il 5 e l'8% rispetto al modello precedente. Una percentuale che, per quanto riguarda le versione Limited, in Italia dovrebbe equivalere a un aumento nell'ordine di 4.000 euro rispetto al prezzo attuale che parte da circa 53.000. Dalla nuova generazione della sua ammiraglia Jeep si aspetta un forte impulso a proseguire sulla strada della crecita che l'ha vista più che raddoppiare le proprie vendite in 3 anni, arrivando nel 2012 a 700.000 unità. Il 3.0 Multijet, poi, può dare una spinta importante alla crescita in Europa, «dove - dice Chris Ellis - siamo ancora piccoli, e dobbiamo fare di più e meglio. Basti pensare che, a fronte delle 220.000 Grand Cherokee consegnate negli USA l'anno scorso, in Europa ne abbiamo vendute appena 11.000».

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Lunedì 20 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 03-06-2013 13:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA